Pagamenti senza contanti: come una città ha reso redditizie le transazioni elettroniche

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Bergamo, in Lombardia, ha registrato un aumento del 10% in sette mesi nel numero di pagamenti elettronici effettuati dai residenti.

Immagine: Andrj15/Wikimedia Commons

Gli italiani non amano le carte di credito e nemmeno, a questo punto, i pagamenti digitali in generale. La percentuale di transazioni elettroniche nel paese è pari a un magro 14,3 percento degli acquisti totali.

Questa cifra non è paragonabile a una media di oltre il 31% per altri paesi dell’Europa occidentale come Francia, Germania e Regno Unito, ed è lontana anni luce dalle vette delle nazioni scandinave, che si aggirano intorno al 47%.

Le ragioni di questo divario sono diverse: una è che l’Italia ha un numero record di cittadini ‘unbanked’. In altre parole, 15 milioni di italiani non hanno un conto in banca. Dietro questa statistica c’è una diffidenza nei confronti del monitoraggio finanziario a causa di problemi di privacy ea causa dell’elusione fiscale diffusa.

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Non è facile superare quegli ostacoli. Ma un’amministrazione locale in Italia sta facendo del suo meglio per andare controcorrente. La città settentrionale di Bergamo, in Lombardia, è riuscita a registrare un aumento del 10% in sette mesi nel numero di pagamenti elettronici effettuati dai residenti, aderendo al progetto Cashless City promosso dal fornitore di servizi finanziari Carta S矛, Visa, MasterCard e due banche , UBI e Banco Popolare.

“L’utilizzo della carta di credito a Bergamo è stato addirittura inferiore alla media nazionale, al 13 per cento. Così, quando Carta S矛 ha chiesto se volevamo partecipare al progetto, ho risposto ‘Certo'”, racconta a ZDnet l’assessore comunale Giacomo Angeloni.

Grazie al supporto delle associazioni mercantili locali, all’utilizzo di eroi locali, come il cantante Roby Facchinetti della leggendaria band pop italiana The Pooh, per fornire i testimonial dell’iniziativa, e un po’ di gamification, Cashless City si è rivelato un successo .

Da maggio a dicembre, ogni mese gli sponsor del progetto hanno annunciato il numero totale di transazioni elettroniche che dovevano essere raggiunte a Bergamo affinché la città potesse sbloccare un premio.

A maggio, l’asticella è stata fissata a 565.000 transazioni mensili. Raggiunto questo obiettivo, gli organizzatori hanno donato al comune uno spazio di coworking in contrada Lazzaretto.

A giugno il premio è stato un chiosco informatico interattivo che potesse essere utilizzato dai residenti per accedere da remoto ai servizi dell’anagrafe locale.

“Abbiamo appena installato il primo nella sala della biblioteca Pelandi”, dice Angeloni. “Grazie al chiosco, i cittadini ora possono pagare senza dover richiedere o copiare alcun documento se non, per motivi legali, la carta d’identità, e senza doversi recare di persona in ufficio”.

Al chiosco è seguita la trasformazione di piazza Pacati in una ‘zona smart’, con Wi-Fi e colonnine di ricarica elettrica. Poi è arrivato uno spazio giochi per bambini piccoli e i loro genitori e, infine, la fornitura di connettività in fibra ottica a tutte le scuole della zona.

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Insieme a queste ricompense collettive c’erano anche quelle individuali. Ogni cliente e ogni rivenditore, da maggio a ottobre, poteva vincere un premio giornaliero di 鈧?00 o uno settimanale di 鈧?00, a condizione di aver scattato una foto dello scontrino di vendita dal terminale di pagamento elettronico e di averla caricata sul Cashless Sito web della città. Un altro modo per caricarlo era tramite l’app per smartphone, disponibile nelle versioni Android e iOS.

Entro la fine del 2015 il progetto doveva essere concluso, ma il riscontro generale è stato così entusiasta e il ritorno commerciale ritenuto così prezioso dagli organizzatori, che hanno deciso di prolungarlo per altri sei mesi, fino a giugno 2016.

Ma Cashless City farà davvero la differenza? In altre parole: i residenti continueranno a usare le carte di credito, quando saranno finiti gli incentivi?

Angeloni crede di sì. “La prova è che negli ultimi due mesi dello scorso anno, quando gli incentivi personali non erano più disponibili, i pagamenti senza contanti hanno continuato a crescere”, afferma.

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