Non è un cane guida robot, ma questo dispositivo indossabile mira ad aiutare i non vedenti a muoversi in sicurezza

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Horus è un dispositivo indossabile volto a descrivere il mondo fisico a chi non lo può vedere.

Immagine: tecnologia Horus

Secondo i dati dell’OMS, si stima che nel mondo 285 milioni di persone siano ipovedenti. Che siano totalmente ciechi o ipovedenti, affrontano sfide quotidiane nel muoversi e interagire con l’ambiente circostante.

È nel 2014, dopo un incontro casuale con un cieco, che nasce l’idea di Horus. È un dispositivo indossabile volto a descrivere il mondo fisico a chi non lo può vedere.

“Ero con il mio co-fondatore Saverio Murgia a Genova, vicino alla stazione dei treni”, racconta a ZDNet il CTO di Horus Technology Luca Nardelli. “Abbiamo visto un cieco che cercava di spostarsi seguendo gli angoli degli edifici. Purtroppo quel giorno c’erano dei lavori per strada e non riusciva a riconoscere il paesaggio”.

Murgia e Nardelli, due ingegneri biomedici, stavano entrambi studiando come aiutare i robot a rilevare ed evitare gli ostacoli usando la visione artificiale. “Ci siamo fermati e abbiamo pensato: perché non applicare invece le nostre conoscenze per aiutare le persone?” dice Nardelli.

Dopo due anni e una serie di premi piccoli e non così piccoli (dai £ 5.000 dell’Istituto europeo di tecnologia all’investimento di $ 900.000 della società statunitense 5Lion Holdings e un premio al Nvidia Emerging Companies Summit), Horus si sta gradualmente avvicinando ad avere un prodotto commerciale.

Esternamente sembra un po’ un vecchio Walkman Sony: una scatola rettangolare, che contiene la batteria e la GPU, da indossare tramite un gancio per cintura o da tenere in tasca, collegata ad un headset.

Ma l’auricolare, a differenza di quello che si trova su un Walkman o un iPod, non emette solo suoni. Due telecamere filmano l’ambiente e le informazioni vengono quindi inviate alla GPU, dove l’elaborazione viene eseguita in tempo reale e gli input visivi vengono convertiti in messaggi verbali che aiutano l’utente a rilevare ostacoli, descrivere immagini e scene, identificare oggetti e persone, e leggere il testo.

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La presenza e la posizione degli ostacoli viene segnalata utilizzando suoni modulati in modo diverso. Horus divide lo spazio davanti all’utente in settori: gli ostacoli laterali generano suoni acuti in uno dei due altoparlanti, mentre gli ostacoli centrali generano suoni bassi e centrati.

Proprio come con i sistemi di parcheggio intelligenti su auto e camion, i suoni diventano più frequenti e più allarmanti man mano che l’ostacolo si avvicina. In genere spetta all’utente decidere quali funzionalità di Horus attivare tramite un menu vocale, sebbene alcune vengano avviate automaticamente.

Ad esempio, quando la persona cammina, l’accelerometro rileva il movimento e Horus inizia a dare istruzioni. I messaggi non vengono inviati in cuffia ma con conduzione ossea, che lascia libere le orecchie della persona di sentire anche i rumori della strada.

Sembra fantastico sulla carta, ma se Horus avrà successo dipende principalmente da quanto bene l’azienda gestisce la sua esecuzione.

“Finora stiamo ancora realizzando prototipi, testando le prime versioni dei nostri componenti elettronici”, afferma Nardelli. “Il nostro obiettivo è quello di avere il dispositivo pronto per il lancio entro la fine di quest’anno”.

Il dispositivo verrà lanciato inizialmente in Italia, come primo mercato di prova, ed entro la primavera del 2017 dovrebbe raggiungere anche il Regno Unito e altri paesi anglofoni.

Quanto al prezzo, la startup milanese non ha ancora deciso, ma dovrebbe essere compresa tra 鈧?.000 e 鈧?.000. Horus non è l’unica startup che mira ad aiutare le persone ipovedenti in modo completo.

La società israeliana OrCam ha lanciato un dispositivo simile nel settembre 2013, dopo anni di sviluppo e test. Ma Nardelli crede che Horus sia in qualche modo superiore.

“Usano solo una fotocamera mentre noi ne abbiamo due, il che consente al nostro software di capire quale oggetto è più vicino e decidere come dare la priorità alle informazioni. Ad esempio, l’utente sarà in grado di scansionare e riconoscere tutti i volti in una stanza a partire dal più vicino uno o leggi i segnali stradali che iniziano con il più vicino”, dice.

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Il CEO di Horus Technology Saverio Murgia e il CTO Luca Nardelli affermano che il loro obiettivo è quello di avere Horus pronto per il lancio entro la fine di quest’anno.

Image: Gianmaria Fioriti/Horus Technology

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